AstraZeneca ha preso una decisione storica di ritirare il suo vaccino Vaxzevria contro il COVID-19 su scala globale.
Questa mossa è stata giustificata dall’azienda con la presenza di un’abbondanza di vaccini aggiornati ora disponibili sul mercato. Inoltre, la decisione è stata influenzata dalla recente ammissione che il vaccino può causare trombosi come effetto collaterale raro ma serio.
La rivelazione ha avuto luogo in documenti giudiziari durante un procedimento legale a Londra, sollevando la possibilità di risarcimenti multimilionari. Questa ammissione è stata seguita da un avviso dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che ha dichiarato il vaccino non più autorizzato per l’uso.
La scelta di AstraZeneca di fronte ai nuovi vaccini
Nonostante il vaccino sia stato largamente riconosciuto per la sua sicurezza ed efficacia, il rischio associato alla trombosi con trombocitopenia (TTS) è stato identificato in circa due o tre casi su 100.000 individui vaccinati. Questo ha contribuito alla decisione di AstraZeneca di cessare la produzione e la fornitura di Vaxzevria, in un momento in cui i vaccini più recenti, adattati per combattere le varianti del COVID-19, sono diventati ampiamente disponibili.
Il bilancio di sicurezza ed efficacia di Vaxzevria
L’azienda ha enfatizzato che i suoi sforzi nel combattere la pandemia sono stati riconosciuti a livello globale e che il vaccino Vaxzevria è stato una componente chiave nella lotta contro il COVID-19. Tuttavia, la diminuzione della domanda e la disponibilità di alternative più efficaci hanno portato AstraZeneca a questa conclusione inevitabile.
Il ritiro di Vaxzevria segna un punto di svolta nella gestione dei vaccini COVID-19, riflettendo l’evoluzione della pandemia e l’adattamento delle strategie di immunizzazione. Mentre AstraZeneca chiude un capitolo, l’attenzione si sposta ora sui vaccini di nuova generazione pronti a prendere il testimone nella protezione globale contro il virus.
